2/3 Testare la passivazione degli acciai inossidabili – Test qualitativi
Test Qualitativi di Passivazione dell’Acciaio Inox
Questi test di passivazione rilevano la presenza di ferro libero sulla superficie, ma non sono in grado di fornire risultati relativi allo spessore ed alla qualità reale della passivazione dell’inox, né al rapporto tra Cromo e Ferro negli strati superficiali.
Questi sono i reali parametri che governano la passivazione dell’acciaio inox e di conseguenza la resistenza a corrosione del metallo. I test di passivazione chimici possono essere quindi considerati validi solo come test di pass/fail o di inquinamento superficiale, oltretutto solo in determinate condizioni.
Inoltre, la maggior parte dei test di passivazione chimici non sono in grado di riconoscere e segnalare possibili contaminanti quali ossidi di alluminio, zirconia o composti carboniosi la cui presenza comporta un possibile innesco di fenomeni corrosivi.
Nonostante questi limiti, alcuni test di passivazione chimica sono annoverati nelle normative internazionali ASTM ed EN-ISO. In particolare, la normativa ASTM A 967 contempla i seguenti test validi al fine di valutare la passivazione dell’acciaio inossidabile:
- Water Immersion Test: per un minimo di 12 cicli, il pezzo passivato va immerso in acqua distillata per 1 ora e successivamente lasciato asciugare all’aria per un’ora. L’analisi è visiva e non dev’esservi, alla fine dei cicli, presenza di ruggine o puntinature rosse (dovute principalmente ad innesco di pit) a seguito della contaminazione ferrosa.
- High Humidity Test: questo test di passivazione va eseguito per un minimo di 24 ore, in camera climatica a 38°C con una HR di 97% . Il pezzo passivato va preventivamente pulito con Acetone. Come per il test di passivazione precedente, il pezzo al termine delle 24 ore non deve presentare segni di ruggine o contaminazioni evidenti.
- Salt Spray Test: conosciuto come “Nebbia Salina”, questo test di passivazione e resistenza a corrosione rileva il Ferro superficiale e tutti gli altri contaminanti anodici. Il pezzo va trattato con una soluzione di NaCl al 5%. Pur essendo un test molto diffuso e riconosciuto dalla normativa, la nebbia salina non è un test scientificamente valido per quanto riguarda gli acciai inossidabili. Questo test non nasce per misurare la passivazione, nemmeno per la resistenza a corrosione dell’inossidabile tal quale bensì con altri scopi, in particolare per testare componenti verniciate e protette con riporti.
- Copper Sulfate Test: il test di passivazione eseguito con soluzione di Solfato di Rame è ancora una volta una tipologia di test a risultato visivo. Può essere eseguito su pezzi che non vengano usati nell’industria alimentare o farmaceutica. Questo test di passivazione si basa sulla reazione della soluzione di solfato di rame con il ferro libero presente sulla superficie dell’inox: se è presente verrà letteralmente ramato, quindi in caso di passivazione mancante o di impurità ferrose, sarà chiaramente visibile l’esito.
- Ferrocianuro di Potassio / Acido Nitrico: questo test di passivazione, come il precedente, non può essere utilizzato quando il componente testato va poi in ambiente alimentare, farmaceutico o biomedicale. E’ inoltre consigliato solo sulle serie di acciaio inossidabile AISI 200 ed AISI 300. Il risultato visibile, in caso di contaminazioni ferrose o mancanza di passivazione, sarà dato da tracce di colore blu. Il test è relativamente rapido (circa 1 minuto), ma di contro utilizza agenti chimici pericolosi per l’operatore.
- Test al Cloruro di Palladio: questo test non è considerato nella normativa ASTM né viene comunemente utilizzato a livello industriale; sebbene sia presente sul mercato, questo test di passivazione è disconosciuto da buona parte del mondo scientifico e produttivo in quanto spesso il risultato è falsato da agenti esterni e, soprattutto quando il grado di passivazione dell’inox è basso, dalla finitura superficiale; inoltre il risultato è comunque visivo e sindacabile, per cui viene qui citato solo per completezza.
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