Testare la passivazione dell’inox – novità 2022
Testare la passivazione su campo in maniera rapida, precisa, numerica e secondo normativa.
Abbiamo visto nei precedenti articoli cosa sia la passivazione dell’acciaio inossidabile, come questa si formi e perché storicamente l’acciaio inox sia diventato così importante nell’industria e nella quotidianità (es uso alimentare). nonché in architettura e design (v. CORTENOX®). Tutto questo proprio grazie alla caratteristica che da il nome a questa famiglia di leghe metalliche: “inossidabile”.
Abbiamo anche visto, in questo articolo, come in realtà l’inox non sia (come del resto ogni metallo) realmente inossidabile ed inattaccabile da fenomeni corrosivi, bensì come ogni innesco di corrosione dipenda dalle condizioni ambientali in cui un determinato materiale metallico viene messo in opera. Abbiamo infine visto come eventuali danni meccanici o lavorazioni con apporto termico (saldatura) contribuiscano alla rottura o alla perdita di questo invisibile strato protettivo che è l’ossido di cromo.
A tal proposito, sempre più spesso viene richiesta, in ogni fase del ciclo vita dell’acciaio inox, la possibilità di testare la passivazione del metallo. Sapere quindi, in maniera più precisa possibile, se questo è adatto o meno all’utilizzo che se ne andrà a fare. E no, il PREN, acronimo di pitting resistance equivalent number, non è uno strumento adatto a questo scopo –> leggi l’articolo dedicato.
Come si misura la passivazione dell’acciaio inox? Ci sono diversi strumenti e procedure per farlo, ne abbiamo ampiamente discusso in diversi articoli.
Sul mercato finora era possibile reperire tester di passivazione molto interessanti basati sulla misurazione dell’OPC (Open Circuit Potential). Questi tester di passivazione dell’inox misurano il potenziale a circuito aperto del metallo in un ambiente predefinito (l’elettrolita presente nelle ‘pennette’ di test) restituendo un valore in millivolt legato alla scala dei potenziali di corrosione.
Se traducessimo in parole cosa fanno questi tester, la domanda a cui rispondono sarebbe:
<< nel punto e nel momento in cui misuro l’OCP, è presente lo strato di ossido di cromo?>>
In realtà, come già visto in questo articolo, l’OPC è solo il primo punto della curva di polarizzazione: è quest’ultima che da indicazioni reali sul comportamento dell’acciaio inossidabile in un determinato ambiente e che permette di testare veramente la resistenza a corrosione e la passivazione dell’inox.
Il punto più interessante da studiare è il potenziale di pitting: si tratta del potenziale al quale sull’acciaio inox comprare il primo “pit”, quando in sostanza abbiamo la rottura – seppur puntuale – dell’ossido di cromo che garantisce la passivazione dell’acciaio inossidabile.
Questo numero è estremamente importante in quanto definisce, insieme all’OCP, l’intervallo di passivazione dell’acciaio inox!
In sostanza: due acciai inossidabili potrebbero avere lo stesso OCP, quindi risultare ad un tester di passivazione come quelli attualmente in commercio identici e parimenti resistenti a corrosione.
In realtà, a parità di OCP, un inox potrebbe avere un intervallo di passivazione molto stretto, quindi corrodersi al primo contatto con agenti inquinanti, il secondo acciaio inossidabile invece risultare davvero resistente a corrosione!