Acciaio Inox – Applicazioni Igieniche
A cura di Natalia Pascal
L’acciaio inossidabile si conferma protagonista nelle applicazioni igieniche. Abbiamo visto l’inox applicato nel settore alimentare, così come applicazioni dell’acciaio inossidabile decapato e passivato nell’oil&gas, oppure nel comparto navale ed aeronautico.
Andiamo a vedere in breve su cosa si dibatte a proposito sulle superfici di frequente contatto nei settori pubblici quali ospedali, scuole e trasporti.
E’ stata più volte proposta la sostituzione dell’acciaio inossidabile ben decapato e passivato, con la copertura (dell’inox stesso o di altri metalli) di un film antimicrobico attivo.
Vediamo di cosa si tratta e perché l’acciaio inox, correttamente decapato e ben passivato, risulta sempre vincente rispetto alle soluzioni proposte:
Rame e Argento VS Acciaio Inossidabile
Il rame e l’argento hanno l’effetto di bloccare la crescita dei microrganismi. La proposta per
contrastare i batteri, funghi e virus attraverso la superficie attiva si basa sul meccanismo del
rilascio di ioni rame e argento nell’ambiente con lo scopo di ossidare – e quindi rompere- le
membrane cellulari, eliminando di conseguenza l’organismo contaminante.
- Film contenente argento
Si applica facilmente come strato superficiale all’acciaio inox o altri metalli ottenendo come risultato la riduzione, dopo circa 4 ore, delle colonie microbiche dell’85%-99%. Ma per avere questa efficienza serve una concentrazione relativamente alta di argento, ciò si traduce in un costo non trascurabile. Inoltre non è possibile monitorare in maniera costante l’efficacia del film attivo, che nel tempo diminuisce al calare della concentrazione.
- Film contenente rame e sue leghe
Trova il suo uso nelle superfici che vengono toccate più frequentemente come maniglie, interruttori, rubinetti. Nonostante ciò i batteri possono sviluppare una resistenza al rame privandolo della sua efficacia e, sebbene nell’arco di poche ore vengano eliminati quasi totalmente dalla superficie interessata, c’è comunque il rischio di nuova contaminazione a causa della frequenza delle interazioni con l’uomo ed altri vettori.
- L’acciaio inox continua ad essere l’opzione migliore
Le superfici rivestite appena menzionate sono viste con scetticismo da chi opera nel settore, in quanto non sono un valido sostituto per una procedura igienica efficace. Basandosi sul parere dall’EARSS (European Antimicrobial Resistance Surveillance System) le infezioni dipendono dalla gestione dell’igiene, a prescindere che la superficie abbia o meno lo strato attivo.
Di conseguenza l’uso dell’acciaio inossidabile è preferibile nelle applicazioni mediche e di frequente contatto per varie ragioni, tra cui le principali sono:
- Facile da pulire e sterilizzare anche dopo decenni di servizio rispetto allo strato attivo che, al contrario, va rinnovato e monitorato costantemente;
- Inerte: non essendo bioattivo l’acciaio inossidabile non porta a sviluppo di resistenza nei microrganismi, come invece avviene con le superfici attive a base rame;
- L’acciaio inox può essere sterilizzato per via termica e chimica, mentre nel caso dello strato superficiale si hanno opzioni limitate per una efficace sterilizzazione.
Concludendo, si evince che il fattore chiave per prevenire contaminazioni ed infezioni per contatto è una disinfezione in accordo con gli standard igienici, caratteristica non sostituibile su larga scala con film attivi agli ioni argento e/o rame. Dunque l’acciaio inossidabile, decapato e passivato correttamente, continua ad essere l’opzione migliore per la realizzazione di superfici ad elevato contatto, grazie alle sue molteplici caratteristiche di resistenza a corrosione, capacità di “auto ripararsi” grazie allo strato di passivazione dato all’ossido di cromo ed alla morfologia superficiale nel caso di componenti elettrodecapati o elettrolucidati.