Oil & Gas Navale – Intervento di Decapaggio e Passivazione
Anno nuovo, caso reale di Decapaggio e Passivazione nuovo!
Ogni ambito di utilizzo dell’acciaio inossidabile si può considerare importante, quindi un corretto decapaggio ed una corretta passivazione dell’inox sono essenziali e non si può prescindere dal considerare il trattamento superficiale come una cosa di secondaria importanza.
Questo discorso è ancor più cruciale quando si parla di decapaggio e passivazione di componenti in inox progettate per applicazioni particolari quali: industria farmaceutica, alimentare, aerospaziale e – come vedremo in questo caso – Oil & Gas navale.
Sono stato invitato nel golfo del Mar di Marmara, in Turchia, in qualità di consulente per supervisionare una sessione di manutenzione ad una nave cisterna per trasporto di combustibili naturali. Chiaramente in un manufatto del genere l’acciaio inossidabile è assolutamente preponderante e le leghe utilizzate sono svariate, dai “classici” inox AISI 316 ai super duplex ed oltre.
Trattandosi in questo caso di una nave ormai datata, la maggioranza delle pipeline era realizzata in acciaio inossidabile AISI 316L, di conseguenza con il medesimo materiale si sono realizzati gli interventi di manutenzione.
Nello specifico sono state sostituite alcune sezioni a vista delle pipeline, per cui si è reso necessario un intervento di decapaggio e di passivazione per garantire una futura “lunga vita” alla nave.
Questo poiché, è bene ricordarlo sempre e ribadirlo, l’acciaio inossidabile in realtà non è sempre “inossidabile”, ma è tale grazie allo strato di passivazione che, in ambienti ed in condizioni standard, si forma naturalmente sulla superficie del metallo proteggendolo da ulteriore ossidazione e dai fenomeni corrosivi specifici.
Quando, a causa di un’alterazione termica (es. saldatura), di abrasione meccanica, di un ambiente particolarmente ricco di cloro (es, per l’appunto, aria di mare!) lo strato di passivazione viene a mancare e non ha modo di riformarsi naturalmente, è necessario prevedere l’intervento locale di decapaggio e ri passivazione – ALMENO – delle zone interessate, in questo caso del cordone di saldatura.
Nello specifico trattandosi di tubi saldati è stato necessario decapare e passivare sia l’interno sia l’esterno del componente, per cui si è proceduto prendendo due strade distinte:
INTERNO
Trattandosi di un circuito chiuso, è risultato abbastanza immediato e semplice eseguire un decapaggio chimico dell’inox, con i tradizionali liquidi decapanti a base acida (nitrico, fluoridrico, fosforico)
Dopo il decapaggio chimico è stato eseguito un risciacquo seguito da un ciclo di passivazione chimica dell’inox, utilizzando un liquido studiato ad hoc seguendo la normativa relativa alla passivazione chimica di componenti in acciaio inossidabile.
Mi preme sottolineare che trattandosi di un circuito chiuso è stato possibile recuperare fino all’ultima goccia dei vari liquidi utilizzati ed evitare – questo è davvero importante – sversamenti di sostanze inquinanti.
ESTERNO
In questo caso il decapaggio e la passivazione andavano eseguiti nel più breve tempo possibile, in maniera non invasiva ed evitando di utilizzare sostanze pericolose quali acidi o gel decapanti. Inoltre era di fondamentale importanza evitare sgocciolamenti e fasi di risciacquo di sostanze decapanti acide, per non danneggiare i tubi sottostanti ed intaccare lo strato di passivazione di questi ultimi.
Il problema è stato risolto, non con poche difficoltà, utilizzando un sistema di decapaggio elettrochimico locale che ha permesso, senza l’uso di sostanze pericolose, un contemporaneo decapaggio del cordone di saldatura e la passivazione istantanea. Passivazione che, ovviamente, una volta innescata ha concluso il suo naturale accrescimento grazie all’ossigeno presente nell’ambiente. La pulizia post decapaggio è stata eseguita grazie ad un neutralizzante imbevuto in un panno, evitando così sgocciolamenti indesiderati.
PONTE DELLA NAVE In ultimo, è stato supervisionato il ponte per rimuovere dai componenti in acciaio inossidabile non interessate da sostituzioni, le naturali ossidazioni dovute ad un esercizio costante in ambiente fortemente clorurato come quello marino. (V. sotto ed immagine di copertina dell’articolo)